PRICE AMBIGUITY | Comparatori di prezzi: utili, inutili o dannosi?

Non credo serva spiegazione, ma per completezza di informazione quando si vede un prezzo iniziale diverso da quello che sarà la tariffa che potrò prenotare, siamo di fronte a un prezzo ambiguo.

Facciamo un esempio:

  • Comincio il mio booking journey su Google Hotel Ads;
  • Clicco il risultato di Expedia: €100 per notte;
  • La tariffa mi sta bene, ma fammi controllare il sito dell’hotel? Magari trovo un deal migliore;
  • Miglior tariffa: €100 per notte, uguale ad Expedia;
  • Nella pagina delle tariffe compare anche un comparatore di prezzi che mi dice che questa tariffa a €100 è migliore rispetto a Booking ed Expedia (ma come? Vengo proprio da Expedia che mi offre lo stesso prezzo!)
  • Primo incontro con il price ambiguity: andiamo a controllare anche Booking.com. In fondo, il sito web dell’hotel ha già mentito una volta, perché dovrei fidarmi?
  • Infatti, miglior tariffa €94 derivante da uno sconto Genius (seriamente, esistono ancora gli utenti non-Genius su Booking?) più un margin cut applicato dalla OTA, simpatico effetto collaterale dell’adozione delle virtual card da parte dell’hotel.

Il punto è: anche se tu, hotel, stai dicendo la verità, stai comunque mentendo, perché troppi sono i fattori esterni che impattano il prezzo finale e che sono fuori dal tuo controllo.

Riprendendo l’esempio sopra, nella migliore delle ipotesi finirò per prenotare su Booking.com (in fondo l’ambiguità del prezzo non è necessariamente un problema per tutti);

Nella peggiore delle ipotesi: non mi fido di questo hotel, scegliamone un altro.

I singoli attributi e il valore loro assegnato dietro un “prodotto” hotel, insieme formano l’offerta che andiamo a proporre ai nostri potenziali clienti, i quali percepiranno il valore soggettivo e compareranno con le offerte di altri hotel.

Questi attributi con i loro valori sono quindi il “measuring stick” che definiscono un SI’, voglio questo hotel, rispetto a un NO, cerchiamo altre soluzioni.

Tra questi attributi, oltre al prezzo, condizioni, policy di pagamento, cancellazione, caratteristiche della camera… c’è anche l’integrità del prezzo.

Vedila in questo modo: si i comparatori di prezzi (CdP) fossero utili, dal loro ingresso sul mercato dovremmo vedere booking journey più brevi, l’esatto opposto di quello che sta accadendo.

Scettic@? Ecco alcuni spunti:

  • Ti sei mai chiesto perché le OTA non hanno mai alzato un dito per frenare l’adozione di questi tool da parte degli alberghi?
  • Da dove credi che questi CdP prendano le tariffe delle OTA… se non dalle OTA stesse? In altre parole, pensi che le OTA darebbero liberamente le proprie tariffe a questi sistemi sapendo di tirarsi la zappa sui piedi?

Così, per dire..

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